Terre Salmastre
Francesco Antonio Caratù
Scrivo di paesi sospesi a metà con confini che non stanno fermi.
Spatolate di luce dipingono insolite coste nostrane, diffusi ed estesi chiarori invadono le terre a occidente, quasi il mare inondando la spiaggia segnasse e svanisse le ombre.
Lo sguardo si è fermato sul bordo, sul limite attratto da alcuni relitti.
Abbandonati sulla battigia, inzuppati di salsedine sono lì testimoni di qualche passato silenti guardiani di porti.
E’ lì che il legame tra l’uomo ed il mare si fa forte nella fiera decadenza di questi mezzi, è lì che si approda stupiti davanti alle terre salmastre.
Le fotografie sono state scattate tra l’estate 2005 e l’inverno 2007 e raccontano prevalentemente litorali Italiani e coste Bretoni ponendo l’attenzione al particolare legame uomo-mare.
L’idea era quella di riuscire a sbirciare l’intimità di questo rapporto senza raccontare nessun volto, nessun gesto, nulla che mostrasse vita ma che la facesse emergere per scarto, per differenza.
Da allora fermarsi sul limitare della marea per cercare immagini che fossero schegge restituite o sfuggite all’oceano e che raccontassero frammenti di quella vita è stato il mio obbiettivo.
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